lunedì 17 ottobre 2011

CAPITOLO VII - Decisioni

Il mattino abbracciò la valle con le sue candide nuvole, sparse qua e là e soffici come cuscini. Un leggero venticello si levava da Treanor, trascinando con sè aria pesante e umida. Il caldo Sole era pronto per la sua intensa giornata, e dispiegheva all'orizzonte le ampie e rasseneranti braccia. Il cielo pareva più terso del solito, ma regnava comunque uno stato di sobrietà e pacatezza. Malvin si svegliò con tutta calma, emise un ampio sbadiglio e inoriddito urlò a sguarciagola. La pietra era ancora là! Non era tutto finito, e non era solo un incubo, l'unica salvezza era scappare! Questa insensata idea balenò nella testolina di Malvin, il quale non si rese conto che la pietra non era più viva, era solo...pietra.-Che cosa vorresti fare, mio simpatico Malvin? Non noti che l'ostacolo non può più darci fastidio?- disse Verulest con un largo sorriso stampato in faccia. Malvin si tranquillizzò e pensò anche che data l'espressione del Ramingo, probabilmente Teclion si era ripreso. Dopo qualche minuto, mentre Malvin era intento a risistemare il bagaglio ed esaminare le cianfrusaglie sgraffignate nella fossa, gli eroi ad uno ad uno cominciarono ad alzarsi, ognuno con un forte mal di testa e la vista annebbiata. Ci fu lo stupore più grande, dato che nessuno sapeva come era finito vicino a quell'inquietante monolito. Sigoreth era piuttosto scocciato, gli altri invece erano rilassati ma al contempo incuriositi dalla presenza del grande masso. Inutile dire che ciascuno chiese spiegazioni al Ramingo, il quale dal canto suo si sedette per terra, tirò fuori dalla veste una piccola pianticella e aspirò avidamente le sue emanazioni.-Non ha poi tutti i torti-, pensò Malvin,-Su tutto quello che ci è successo fino a adesso, lui l'ha sempre saputa più lunga di noi, ma di certo sarà stanco di dare continuamente spiegazioni-. Dopo qualche minuto di attesa Verulest prese a parlare con tono concitato e profondo.-Bene direi di cominciare...mah forse,...ma no, cominciamo dall'inizio! Miei cari compagni, come potete vedere ci troviamo al cospetto di questa strana pietra e ovviamente non ne sapete il motivo. Potete prendervela con me, potete anche arrabbiarvi, poichè la giornata precedente avrei dovuto avvertirvi del pericolo in cui andavamo incontro, e avrei anche dovuto dirvi dei Gherblin. Tuttavia, come avrete notato, non l'ho fatto. Non certo per mettervi nei guai, sia chiaro, è solo che... fino ad oggi non avevo mai visto tanta ostilità da parte di queste note terre. Come forse sapete, amo viaggiare. Ma più di tutto, amo esplorare, scoprire e catalogare. Conoscevo Treanor come il palmo della mia mano, e nelle Creosin ci sarò passato una ventina di volte, ma mai, e ripeto
mai, mi sono imbattuto in tali pericoli. Non credo di essere abbastanza saggio da potervi dire perchè ciò che è accaduto è successo... posso solo dirvi che siamo stati sfortunati.. si sfortunati, ma fortunati allo stesso tempo.- Il tergiversare di Verulest non appagò la congrega, la quale avrebbe fatto di tutto per sapere perchè si trovavano davanti a quella bianca pietra.-Tuttavia, non possiamo proseguire il viaggio basandoci unicamente sulla fortuna. Anche la notte scorsa siamo stati fortunati, e di nuovo grazie al giovane Malvin. Ora però, voglio sapere chi è stato l'ultimo di guardia e cosa ricorda.-. Teledith si fece avanti.- O Verulest figlio di Varion, la colpa è mia, devo essermi assonnato durante il mio turno di guardia. La notte mi sembrava spenta, calma. Non riesco ancora a capire cosa sia successo...-,- Grazie Teledith per la tua sincerità, ma di certo anche volendo non avresti potuto fare nulla. La mia idea, e penso che Malvin e Teclion acconsentano con me, è quella che siamo stati preda di un'entità malvagia, maligna. Non stupitevi per le mie parole, ciò è normale...ma... ma non qui. Di certo oltre le Critosin è più che giustificabile, ma qui di certo è fuori luogo.- Verulest si fermò un attimo acconsentendo con se stesso su quanto diceva,-Spero vivamente che le precedenti disavventure non vi abbiano troppo scosso, perchè dopo, purtroppo, temo che ci imbatteremo in situazioni peggiori. Ho colto quest'occasione per parlare a tutti voi perchè da ora in avanti dovrete ascoltarmi attentamente e non tralasciare nessuna parola proferita dalla mia bocca. E' vero, io vi ho incitato ad intraprendere questo viaggio, tranne certo il rapido Melvin, ma ognuno di voi ha deciso di propria iniziativa, e penso che ognuno l'abbia fatto per motivi diversi. Come avrete notato, questo non è un viaggio di piacere ne tantomeno di guerra, è finalizzato all'esplorazione. Vi chiederete forse perchè vi ho portato con me in questo avventato percorso, uno come me che potrebbe farcela benissimo da solo,- in molti acconsentirono con la testa, chi con fermezza, chi un po' più in disparte -tuttavia, c'è un motivo. Come vedrete in futuro, c'è un motivo per tutto, dettato dal Fato? Chissà. Tu Malvin sai il motivo per cui sei qui?-Malvin si fermò un attimo e cercò di realizzare una possibile risposta adeguata, ma era troppo intontito dalla notte precedente-Come vedi nemmeno a te è chiara la tua presenza qua. Avrei potuto scegliere chiunque altro molto più impavido e forte di te, ma ho scelto te. Non avvilirti, ma ti devo rivelare che la mia scelta non ha nulla a che fare con tuo padre, ma è guidata dal Fato.-Malvin si fermò completamente. Sbigottito cercò di raccogliere qualche parola per rispondere a Verulest l'ingannatore, ma il suo buonsenso gli impediva di usare termini offensivi. Aveva ora compreso che lui non era nessuno, o meglio, era stato scelto a caso. Poteva essere benissimo scelto il suo vicino Bredrio, tanto non avrebbe cambiato nulla. -No, non è logico- pensò Malvin. Considerando forse per la prima volta la possibile esistenza di un'entità superiore a tutto e immutabile, Malvin cercò di placarsi e di giustificare Verulest. Era forse il primo segno di crescita di Malvin, che finalmente non si lamentava come un viziato ragazzino, ma taceva e cercava di comprendere il pensiero di qualcun altro, scacciando qualsiasi giudizio negativo.- Spero che un giorno comprenderai la mia scelta, ti chiedo solo di non covare in te stesso nessun proposito malvagio nei miei confronti. Continuando il mio discorso, miei cari compagni avete appena visto come una parte di me agisca seguendo il caso, o meglio il Fato. Non vi preoccupate, la strada la conosco, non viaggiamo a caso-Qualche risatina rincuorò gli animi degli eroi, i quali tuttavia erano ancora in ansia per il discorso del Ramingo-Nei miei anni di esplorazione di nuove terre e di osservazione di voi Umani, ho notato che quasi tutto è governato dal Fato. Per chiudere questa parte del discorso, spero solo che voi accetaste la mia idea, ma non siete obbligati a condividerla. Quello che sto per dirvi adesso, dovete decidere da voi se è vero o no. In tutte le mie esplorazioni non ho mai incontrato nulla di pericoloso oltre le Critosin-prima che gli altri potessero dire qualcosa, Verulest ricominciò-Ma, la stagione scorsa ho cominciato a sentirmi turbato. Per cosa e per quale motivo, non ne avevo idea, ma sentivo dentro di me che questa preoccupazione non riguardava solo il mio essere ma tutti voi Umani. Mi è sembrato più che logico che la fonte del mio assillo provenisse da oltre quelle inesplorate Terre, e penso, che se voi siete uomini di giudizio condividiate la mia idea. Ora, anni addietro tuo padre Mellest,-fece Verulest rivolgendosi a Malvin- mi disse che soffrivi di incubi terrificanti terribilmente vividi e reali.-Un po' imbarazzato davanti agli altri per aver sentito esporre la propria vita personale, Malvin interloqui-Purtroppo non erri, figlio di Varion. Non ne ho mai parlato con nessuno al di fuori di mio padre, ma vedendo che ne sei a conoscenza posso capire quanto voi due foste amici. Non è qualcosa di cui parlo facilmente e non voglio descriverti l'entità dei miei sogni, tuttavia, posso dirti per certo che da quando mi hai «invitato» a questo viaggio, ho sentito in cuor mio che mi stavo avvicinando sempre di più alla sorgente dei miei incubi. Devo ammettere che i Gherblin mi erano apparsi in sogno più volte, e non dimenticherò mai il loro sguardo truce.--Molte grazie Malvin, davvero molte grazie. Forutnatamente, mi hai riferito queste notizie in tempo, e ora penso di essere più che sicuro che oltre quelle cupe montagne ci sia qualcosa di malvagio che trama contro la vostra razza. Mi rivolgo a voi nella maniera più seria possibile e spero che anche voi ricambiate, miei avventurieri. Vi dico qui, che so che oltre quei monti ci aspetta la morte, forse non certa, ma di sicuro molto prossima. Siamo arrivati fin qui, con non pochi problemi, ma ce la siamo cavata abbastanza bene. Ora vi chiedo solennemente, se voi, conosciuto il pericolo, avete intenzione di proseguire. Rispondete sinceramente, perchè dopo non potrete avere ripensamenti.-Silenzio.
Il vento si era placato e di conseguenza l'aria era ferma e calda. I cavalli mangiavano qualcosa datogli da Yitar e se ne stavano in disparte, incuranti del pericolo che incombeva. Sigoreth si sistemava al meglio il bendaggio, ed era alquanto preoccupato per quest'ultimo, anzichè per la decisione che avrebbe dovuto prendere. Teledith parlò per primo -Verulest. Ti ho sempre stimato come persona sia dal punto di vista fisico che mentale e sapere che ci hai mentito su diversi aspetti mi rattrista. Ma ahimè, non conosco il tuo volere completamente, e penso che sia stato necessario, altrimenti di sicuro avremmo rifiutato tutti al nascere del viaggio. Non condivido il tuo metodo per rivelarci la verità, ma sono fermamente disposto a seguirti per mari e per monti, dovunque tu voglia e dovunque il destino ci porti. Con questo chiudo la mia risposta, sperando che la mia presenza possa tornarti utile in futuro.- Il leale animo di Teledith stupì non poco il Ramingo. Sapeva di avere con se tre valenti guerrieri,ma non sapeva che uno di essi avesse l'animo cosi nobile e puro, rispettoso verso il prossimo. Yitar e Somerun, dopo aver confabulato tra di loro a bassa voce, parlarono quasi all'unisono a Verulest - Saggio Verulest, come forse tutti i compagni, siamo alquanto stupiti dal tuo atteggiamento nei nostri confronti e ci sembra un poco irrispettevole. Tuttavia, la nostra fiamma non si spegne, e il nostre ardore non si estingue. Ormai abbiamo intrapreso quest'avventura, e sappiamo che c'è qualcosa che ci attende oltre quelle cupe montagne, che sia buono o cattivo poco ci importa: il nostro desrtino è essere esploratori e ciò comporta pericolo.- Fieri delle loro parole, i due arcieri lasciarono la parola a Sigoreth, alquanto turbato (...)

NOTA: Capitolo in formazione ;).

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